Purple Reign, Semillon e Sauvignon, Masstengo.
Si tratta, come si può sorprendentemente vedere, di un vino di colore viola. La base produttiva sono due vitigni bianchi ben noti agli appassionati di enogastronomia, ai quali vengono aggiunti dei “botanicals”, cioè delle erbe, che hanno il duplice compito di colorare il vino in questa tonalità insolita e di sostituire i solfiti per una ottimale conservazione del prodotto. Non è dato a sapere di quali erbe si tratta, ma visto tutto il discorso sulla naturalità (cioè sull’assenza di chimica nociva) fatto dal produttore, si ipotizza che il colore non sia generato da sostanze artificiali. Certo che la sensazione di avere un vino viola nel calice deve risultare, almeno di primo impatto, molto strana. Il nome del vino logicamente spinge sul concetto legato al colore: “Purple Reign” con un gioco di parole che pesca nel vissuto e nel conosciuto musicale di tutto il mondo per la celebre canzone del “Genio di Minneapolis”, Prince, dal titolo “Purple Rain”. In inglese infatti, le parole reign (regno) e rain (pioggia) hanno la medesima pronuncia, tanto che vocalmente risultano quasi indistinguibili. L’etichetta, come visual, si presenta in modo originale: un specie di Dea della Giustizia (o della Fortuna, eterna o fuggente che sia) semibendata e immersa in una vegetazione lussureggiante, ammicca sibillina agli osservatori. Non sappiamo se questo vino avrà un futuro (in Italia probabilmente no), certo che la sua unicità può colpire l’occhio prima ancora di quanto possa riuscire a fare il gusto.