Rhodium, Trento Doc, Salizzoni.
Gli spumanti hanno sempre avuto una loro particolare collocazione, a tavola, nei calici e nel vissuto personale di ognuno. Proprio perché possono collocarsi anche al di fuori dal desco famigliare. Sono festa, evocazione, privilegio. Anche oggi che le aziende le stanno tentando tutte per decontestualizzarli. Ritualità o quotidianità, i packaging degli spumanti rimangono comunque celebrativi, preziosi, valorizzanti. E allo stesso modo agiscono i loro nomi. In questo caso l’azienda Salizzoni, con sede a Calliano, tra Rovereto e Trento, ha voluto raggiungere il massimo dei massimi: “Rhodium” infatti è il nome scientifico (in inglese) del Rodio, un metallo ancora più raro e prezioso dell’oro e del platino. Il nome deriva dal greco “ròdon” cioè “rosa”. Curiosa l’affinità semantica con rododendro (da “ròdon”, rosa e “dèndron”, albero, cioè l’arbusto delle rose). Il metallo in questione comunque non è rosa, è bianco/argenteo, per cui, vai a sapere. La grafica in etichetta risulta piuttosto asettica: è ordinata, sì, vagamente preziosa, ma anche senza guizzi creativi, se non il nome del vino come già commentato. Sul collo della bottiglia, avvolto, come di consueto per questa tipologia di prodotto, da una stagnola coprente, leggiamo il nome del produttore in verticale e la sigla “Rh” (il simbolo chimico del Rodio). Il logo aziendale è il solito stemma araldico di cui sono sempre dotate le cantine che vantano antiche origini.