Bella sorpresa questa etichetta del "profondo Piemonte", nel senso dello spessore storico di quelle terre a ridosso di Alba, che stupisce per la sua grafica modernista, governata da una illustrazione dallo stile insolito, almeno per quella regione ancora molto tradizionalista. Si tratta di un cavaliere, probabilmente un Crociato, visto che porta uno stemma (il medesimo che distingue il logo aziendale) dagli stilemi cristiani. Un cavaliere cubista (in senso artistico, naturalmente), molto colorato, sfaccettato, si direbbe un Re, vista la corona che porta sulla testa. Una raffigurazione creata con uno stile davvero originale, un tipo di comunicazione visiva certo non per tutti che però denota una ricerca particolare nella proposta di packaging di questo Barbera d'Alba. Il nome del vino anche è curioso e da sottolineare. Come abbiamo già spiegato in un altro articolo precedente a questo, la Madonna di Como in questione non si trova sull'omonimo lago a nord di Milano, bensì si tratta di una frazione, di una zona viticola, nei pressi di Alba, storicamente nota per essere particolarmente adatta alla coltivazione di uve Barbera e Dolcetto. Ed ecco qui confezionato il nome "Madonna Como", che potrebbe confondere, ma che è anche dotato di una sua, peculiare, curiosa identità. Una storia da raccontare, insomma, legata al nome del luogo che come sempre male non fa alla caratterizzazione di un vino. E poi il Crociato con la Madonna concettualmente ci sta. P.S.: l'immagine dell'etichetta qui riportata non è di buona qualità ma per ora non siamo riusciti a reperire di meglio, né in rete, né nel sito dell'azienda produttrice.