L'azienda produttrice di questo rosè è nota soprattutto per il Brunello di Montalcino, del quale vanta un'ottima e stimata produzione. Il vino rosato in questione, anch'esso prodotto con il vitigno Sangiovese (24 ore sulle bucce, ad ottenere un rosato dalla classica sfumatura cromatica), si chiama "Lo Sbrancato". Al centro dell'etichetta si nota la raffigurazione artistica di un branco di cavalli allo stato brado. Per chiarire subito l'origine di questo nome riportiamo le parole del sito web del produttore: "Il suo nome riprende l'omonimo quadro del 1888 presente nella sala degustazione aziendale". Non viene citato l'autore di questa opera pittorica. Il significato del titolo dell'opera, diventato nome del vino, invece dovrebbe essere noto in quanto intuitivo: un cavallo che non vuole restare nel branco e sceglie una dinamica più individualista. "Sbrancato" nel senso di non appartenenza al branco. Non suona molto bene come parola, anche se letta correttamente. Se poi si cade nel possibile fraintendimento con "sbracato", il riflusso negativo è ancora più presente. La conclusione è che nonostante la presenza di questa opera d'arte in azienda e la volontà di celebrarla, il nome di questo vino poteva essere concettualmente più legato al prodotto, al territorio o al vitigno e soprattutto più elegante.