The Label, Cabernet Sauvignon, Turley.
L'importante è esagerare, recitava un noto cantautore milanese. E questo produttore della Napa Valley l'ha fatto. Ha esagerato. Stiamo parlando dell'etichetta del suo Cabernet, logicamente, qui ritratto. Una winelabel dark-style che ti sbatte in faccia esercizi di lettering come in una scuola di grafica. Ma partiamo dal nome, esagerato anch'esso (nel minimalismo creativo, diciamo così): il vino si chiama "The Label". Insomma, come se qui in Italia chiamassimo un vino "L'Etichetta". Potrebbe avere anche dei risvolti originali, tutto sommato. Vediamo il design: il nome, e gli altri elementi verbali del packaging sono letteralmente sparsi in tutta la superficie disponibile senza un senso, un verso, un nesso. Le parole vengono addirittura spezzate, invertite, ribaltate. Il caos creativo, direbbe qualcuno. Noi no. Ci viene da dire che è una gran confusione. Forse si farà notare, risulterà curiosa e strana a vedersi, ma questo esercizio di "stranezza" ci sembra fine a se stesso e quindi poco plausibile. Certo le etichette dei cabernet di Bordeaux sono invariate da secoli e quindi un po' noiose, ma qui si è esagerato.