Rosso da Pesce, Nerello Mascalese e Cappuccio,
La Gelsomina.
La Gelsomina.
Cosa avrà spinto questo produttore siciliano alla decisione di chiamare questo rosato (c'è scritto "Rosso" come definizione formale ma di fatto è rosato) con l'appellativo "Rosso da Pesce"? Sicuramente uno dei motivi sarà stata la volontà di collocarlo inequivocabilmente, a livello gastronomico, in un menu a base pesce. Ampliare quindi il suo consumo. Insomma una forma di marketing d'assalto con finalità commerciali. Tutto questo a rischio di gettizzarlo affiancandolo a una sogliola. La sua definizione, con questo tipo di precisione, probabilmente è stata adottata nell'intento di essere distintivi nei confronti della concorrenza. Anche perché da sempre i rosati vengono comunque ben considerati come affiancamento a un piatto di pesce. E poi Rosso da Pesce, tutto sommato, non è nemmeno un nome: è una didascalia, un consiglio, un suggerimento. Certamente i due vitigni che compongono questo vino sono "leggeri", anche nelle versioni vinificate in rosso vero non evocano vini spessi e profondi ai quali abbinare brasati e lessi piemontesi. Ma il complesso verbale di questa etichetta rimane in un certo senso incompiuto, con quel suo essere, né rosso, né rosato, nè carne, né pesce. Per il tutto il resto notiamo che il packaging design è così lineare da risultare irrilevante: in pratica ingiudicabile.