Etichetta di pregio per la Cantina altoatesina di Cortaccia: emergono inchiostri speciali d’oro e d’argento, su una carta di spessore. Ma andiamo con ordine. Il nome del vino è in grande evidenza, in alto, con un carattere di scrittura snello e leggibile. Nonché abbastanza austro-ungarico. Il nome deriva dall’omonima tenuta rinascimentale, dove nel 1900 è stata fondata la cantina. Nome geo-storico quindi, che rinnova le tradizioni e conferma la databilità dell’attività in atto. Sotto al nome ecco la dicitura “Chardonnay Riserva” come da disciplinare, che definisce vitigno e tipologia di lavorazione (barrique e botti grandi di rovere). Al centro dell’etichetta troviamo una illustrazione con stilemi antichi che raffigura principalmente tre vèstali (forse sarebbe opportuno definirle “svèstali”) attraversate da un luminescente lampo in oro. Tre dee? Tre sibille? Tre ancelle? Il mito ci pervade e va bene così. Sotto al disegno leggiamo “Sudtirol - doc - Alto Adige”, a norma di legge e, alla base del packaging, in un tassello nero separato del resto, vediamo il nome dell’azienda in tedesco e “cantina” bilingue. In questa regione che in pratica fa stato a sé, non sempre vengono tradotte in italiano le parole della lingua locale. Ma il vino è buono. L’accoglienza un po’ meno.