Ricordi, Schiava, Leya Weingut.
Il giovane viticoltore che ha dato vita a questa azienda altoatesina ha un nome “straniero”, Malcolm, e un cognome italico, Salvadori. Come spesso accade in quelle terre di confine, le popolazioni, le tradizioni, gli usi e i costumi si mescolano dando vita a persone e prodotti di indubbio interesse. In questo caso mostriamo l’etichetta di uno dei vini dell’azienda, una Schiava 100% che matura a ben 600 mt di altitudine, a Prissiano (mentre la cantina si trova nella più nota Terlano). Il vino si chiama “Ricordi” e la bella illustrazione che troviamo nella grafica del packaging lo conferma: un vecchio trattore che immaginiamo possa essere appartenuto agli avi del giovane Malcolm o comunque a qualche contadino d’altri tempi (ma se ne trovano tutt’oggi perfettamente funzionanti). Sotto al disegno del trattore blu troviamo il nome del vino, scritto con un corsivo molto sottile, che quasi, a distanza, non si legge. Il nome dell’azienda ancora sotto, Leya (non siamo riusciti a risalire al significato di questa parola) e alla base, in un tassello scuro, forse troppo scuro, il nome del produttore. Siamo di fronte a una etichetta che fa della semplicità la sua forza. Non priva di qualche spiraglio di perfezionamento, ma in grado già così di incuriosire ed attirare acquirenti. Logico che il racconto del vino e di chi lo produce può ben completare l’opera.