Morta Maio, Niellucciu, Antoine Arena.
Certo che in Italia il nome di questo vino potrebbe essere male interpretato. O come minimo considerato come porta sfortuna. Ma tant’è che il naming in questione deriva da questioni topografiche e storiche, facendo riferimento alla vigna dove cresce la vite che dà vita a questo vino rosso della Corsica. Siamo nella Aoc “Patrimonio”, una della più celebrate e preziose dell’isola francese autonomista che conserva ancora oggi molta italianità (anche nei nomi o cognomi dei produttori, che in questo caso è Arena). A parte il nome, siamo di fronte a quale tipologia di etichetta? Molto classica. Con caratteri di scrittura corsivi, graziati, eleganti e “romantici”. In alto due “A” rappresentano le iniziali del produttore. Nome e cognome che viene riportato in chiaro e molto in grande al centro del packaging. Poi la dicitura dell’Appellation (il francese per dire Denominazione). Per il resto scritte centrate, ordine ed eleganza, con il vezzo di una fustella (la forma della carta dell’etichetta) smussata diagonalmente ai quattro angoli estremi. Il risultato è una percezione di qualità, di storicità, di serietà, di tradizione, che è sicuramente quello che vuole trasmettere l’azienda. Produzioni limitate, vino “naturale”, prestigio (a un costo abbastanza elevato) e notorietà tra gli intenditori.