Il ragionamento che sta alla base della scelta grafica di questa etichetta, da parte dell'azienda, dev'essere stato questo: "Per connotare esattamente la tradizionalità del prodotto, parlando in modo diretto ai nostri clienti, mettiamo in etichetta la mappa del luogo di origine". Ecco quindi che in primo piano appare una cartina geografica stilizzata, con l'ubicazione dell'azienda e i paesi circostanti, nomi noti delle Langhe, terra d'origine del Barolo. Non si tratta certamente di un'etichetta elegante, forse anche la cartina stradale stessa poteva essere realizzata in modo più accattivante. Ma cerchiamo una nota positiva in tutto questo: comunicazione diretta. Insomma una cosa sola (il luogo di origine) detta in modo chiaro (sarebbe meglio detta bene oltre che emozionalmente e chiaramente). Dobbiamo fare anche un'altra considerazione a parziale discolpa dell'artefatto: il nome "Barolo" già parla molto di sè, genera emozioni (almeno in chi sa di cosa si sta parlando), dice "qualità e tradizione", quindi gli altri elementi possono essere di puro contorno. Anche se ci vogliono, logicamente. Non è pensabile di risolvere un'etichetta scrivendo solo Barolo in primo piano. È necessario per le aziende distinguersi e trasmettere concetti pregnanti, in modo possibilmente coerente e piacevole. Una nota sul nome del vino: Fontanin. Non abbiamo trovato informazioni precise nel sito del produttore. Immaginiamo possa essere, come avviene spesso nelle Langhe, il nome del vigneto. Curiosa l'assonanza (se voluta) tra Fontanin e Fontana, cognome di famiglia (l'altro Barolo di famiglia si chiama "Villero", in alto a destra, anch'esso con la mappa orientativa).