Harmoge, Bosco Vermentino Albarola, Primaterra.
Non è bellissimo il design di questa etichetta, diciamo che, come minimo, la sua fruizione comunicazionale è soggettiva. Forse è troppo cupa nei colori, forse troppo "dura" in generale, rappresentando fotograficamente, sullo sfondo, una roccia, probabilmente uno scoglio, visto che l'azienda è Ligure, delle Cinque Terre (vigne in Manarola), o forse la geologia dei terreni "di scheletro e sabbie". Ci ha attirato il nome del vino, come spesso accade in questo blog. Il nome, "Harmoge", si riferisce alla parola "Armonia" in latino arcaico, suggerisce il produttore nel sito internet dedicato ai propri vini. Armonia quindi. Quell'armonia che nei vini risiede nell'equilibrio tra le parti in causa: acidità, alcol, densità, mineralià, etc. Armonia che il bevitore (non chiamiamolo "consumatore" che è brutto) vuole sì trovare nel calice, ma ancora prima, nella presentazione del vino, nel suo nome e nel suo abito. E dunque, se pure questo nome significa Armonia, nella forma esposta in etichetta, Harmoge, per fonetica e grafica, non si manifesta definitivamente morbido e accogliente. Colpa forse dell'H e della G, o di quelle due spigolose parentesi quadre nelle quali si è deciso di circoscriverlo. La pronuncia stessa, inoltre, non fila via come un nettare delicato (e dedicato) al palato. Tornando al design, roccioso, come si diceva prima, armonico solo nell'uniformità che offre lo sfondo virato in blu, non scorre come oro liquido in immagini, trasmettendo anzi qualche inquietudine.