Si chiama proprio così questo vino, "Busocaldo". Stiamo parlando di un Lugana che nasce nei pressi del Lago di Garda, dove le province di Brescia e Verona confinano. Nome composto dove "Buso", facile da comprendere, è tratto dal dialetto veronese più che bresciano e significa "buco". E fin qui niente di sorprendente. Anche perché il produttore dichiara che questo nome è tratto dallo storico nome del vigneto dove crescono le uve di Trebbiano di Lugana che danno vita a questo vino. È invece sorprendente l'ardire, forse un po' picaresco, dei titolari dell'azienda che, per dare personalità a questo vino, decidono di evocare una sorta di "buco caldo", volendo tradurre in lingua corrente. L'originalità c'è. Probabile anche un'ottima memorabilità, sull'onda di qualche battuta in più che potrebbe nascere nel conciliabolo tra commensali, magari dopo qualche bicchiere di questo vino che, va detto, gode di ottima considerazione tra appassionati di enoturismo e degustatori di ruolo. Tornando al nome, è plausibile che il Busocaldo possa essere una zona calda, ristretta e umida del podere. E qui ci fermiamo per non toccare zone franche (del corpo umano). Serve aggiungere che il Lugana è un vino da servire fresco, prevalentemente estivo e quindi evocare il "caldo" in etichetta forse non giova. Per quanto riguarda il design, una grande B fa da protagonista senza attivare particolari emozioni. Gradevole la stilizzazione del grappolo che pende proprio sotto al nome, si tratta di un logo che integra le sigle "sg", da San Giovanni, parte del nome aziendale.