Cloudwalker, Pinot Gris, Cambridge Road.
Questa bella ed evocativa etichetta viene dalla Nuova Zelanda. Vediamo un acquarello che raffigura un bambino che guarda il cielo. Forse rapito dalle nuvole bianche sul fondo azzurro. Forse desideroso di volare sopra alle cose, alle persone, ai pensieri. Forse ispirato a chiedere al cielo di essere clemente con le vigne sottostanti. Forse il protagonista di una favola. Fatto sta che questa etichetta fa volare anche chi la osserva. Con leggerezza e spontaneità trasmette sensazioni di serenità e purezza. Il nome va nella medesima direzione: "Couldwalker". Traducibile in "camminatore delle nuvole". Anzi, a dire il vero intraducibile se non, direttamente, con le emozioni. Una specie di sfida al "cloud" tecnologico di cui si sente spesso parlare, quella "nuvola" digitale, sostanzialmente immateriale, alla quale si contrappongono le nuvole vere, la natura, l'anima di chi produce e di chi si gode il vino senza vincoli tecnologici se non quelli che consentono la sua produzione, nel rispetto delle tradizioni. In questo caso si tratta quindi di un Pinot Grigio neozelandese in purezza, lasciato macerare 3 giorni con successivo passaggio in barrique. Unico appunto, tutto sommato estetico, ma anche emozionale: la bottiglia è tappata con il "tollino" tipo gazzosa. La classe non è vino, in questo caso. Ma l'America, la Nuova Zelanda ancora di più, è lontana (per fortuna).