Tra i 5 vini che troviamo nella gamma proposta da questo produttore di Montalcino (il marchio di cui stiamo parlando rientra sotto la società "Tenute Toscane") forse il più normale, diciamo passabile, è "Fulgente", non male, nome dotato di un ottimo assortimento di sfumature semantiche. Peccato che non si legga per niente sull'etichetta. Ma la nostra attenzione è stata attirata più che altro da "Campo della Paura", nome collocato in una etichetta classicheggiante ma... che nome! Degno di un film horror o di un racconto di Stephen King, piuttosto che di un tunnel della morte in un luna park di periferia. Ok, stiamo calcando un po' la mano ma certo il nome in questione non è tranquillizzante. Chissà cosa "c'è dietro", cioè cosa succede di notte nel campo, una vigna immaginiamo, in questione. Forse brancolano lupi. Forse alloggiano gufi e civette. Certo che i grappoli non se la passeranno bene, avranno qualche timore anche loro. Gli altri nomi della gamma dei vini di questa azienda? Fonte delle Serpi (sì, avete letto bene), un Vermentino probabilmente "pungente", e poi Rinaldone dell'Osa (strano anche questo, vero?) e il tutto sommato "normale" Osa. Tra l'altro non c'è uniformità di format (family feeling) tra le varie etichette, sembrano nate una per l'altra, in momenti e "intuizioni" diversi. Capita anche questo nel variegato mondo del packaging del vino.