Kapogiro, Rosato da Sangiovese, Merlot e Sirah, Fattoria Carmignani.
Dobbiamo a una preparatissima degustatrice la scoperta di questa etichetta particolare (anche il vino lo è): Monica Bianciardi, sommelier e grande esperta dei nettari di Toscana (e di Champagne e di molti altri vini). Non c'è dubbio: il packaging di questo rosato attira l'attenzione, se non altro per la figura di donna dai rossi capelli che è protagonista sulla bottiglia. Di fianco alla figura femminile una frase: "Dedicato a Lucrezia" (la figlia del titolare). Il nome è anch'esso particolare: "Kapogiro". Proprio con la "K" iniziale, non sappiamo se per doveri di registrazione o per un vezzo rafforzativo. La definizione di capogiro, secondo Treccani è questa: "Giramento di capo, disturbo costituito da vertigini o da semplice senso di stordimento: far venire il capogiro; dare il capogiro, provocarlo; anche in senso fig., in espressioni come prezzi da capogiro, sbalorditivi". Possiamo ipotizzare che il capogiro sia dato dall'ebbrezza generata dal vino, oppure dalla bellezza della donna ritratta in etichetta, oppure che capogiro sia un riferimento a una particolare potatura della vite. Fatto sta che, sia pure a fronte di un design piuttosto arcaico, dagli stilemi vetusti, il nome e l'etichetta nel suo complesso attirano l'attenzione. E questo è già molto, per un vino, in attesa che possa esprimere il meglio di sé dentro al calice.