Pepe Nero, Vermentino Nero,
Castel del Piano.
Castel del Piano.
Chiamare un vino “Pepe Nero”, ma si può? Certo che si può: ci hanno pensato questi “bravi ragazzi” della Lunigiana. Non solo il richiamo al pepe, a sfumature speziate, spesso nel vino “ci sta”, ma anche in un discorso gastronomico lo spazio all’immaginazione rende bene. Partiamo dai vitigni, perché questo Vermentino Nero è davvero raro in Italia. Fa parte di quella dotazione di vitigni autoctoni dei quali il paese è ricco e che molte volte vengono sottovalutati se non dimenticati. E allora vediamo l’elenco dei vitigni “sperduti”, citati da questo produttore nel proprio sito web: “La Lunigiana è il territorio più ricco d'Italia per vitigni autoctoni. Per secoli è stata terra di passaggio di genti e merci (Via Francigena, Via del Sale, ecc.) e forse proprio questo ha arricchito il patrimonio viticolo. I vitigni lunigianesi sono oggetto di studio da parte dell'Università di Pisa con il contributo di molti appassionati viticoltori. Citiamo i nomi di alcune varietà: vermentino nero, pollera, marinello, groppello, durella, albarola, uslina, lugliesa, bracciola, barsaglina, caloria, luagda, pinzamosca, verdella, varano bianco ecc.”. Interessanti anche gli altri nomi dei vini di Castel del Piano: Lunalies (rifermentato da Vermentino Nero), Claré (rosato da vitigni vari), Durlindana (Pollera, uva ufficialmente rossa ma che genera rosatelli), Pianpiano (Durella Gentile), Sassomatto (Canaiolo, detto anche Uva Merla), Groppolungo (sempre Canaiolo), Melampo (Pinot Nero) e infine il top di gamma Castel del Piano (nome dell’azienda), un Merlot in purezza affinato in barrique. E per quanto riguarda il design delle etichette? Non tutte riuscitissime ma certamente fantasiose, curiose, “azzardose”, simpatiche, colorate, moderne. Noi abbiamo estrapolato dal sito internet quella che ci è piaciuta di più.