Una Pennellata (Anzi Due) di Perplessità

Naming branding marketing etichette vino vini wine wines
1910, Chardonnay, G.V.P. (Losito e Guarini).

Ci sono ragioni del commercio che il cuore non può spiegare (e/o viceversa). O forse si tratta di diversità di vedute, così come può cambiare il panorama tra l’Oltrepò Pavese e le Langhe (non di troppo, a livello estetico, forse molto a livello qualitativo). Fatto sta che uno scaffale della Gdo ci ha “offerto” questa etichetta, apparentemente molto semplice da analizzare. Fondo scuro, nero, che sta sempre bene. Il nero sfina, dicono. Fa eleganza a prescindere. Nella parte superiore abbiamo un nome che è un numero, sembra proprio una data, 1910 che scavando nella storia del produttore si rivela il collegamento con una lontana apertura di una trattoria proprio in quel periodo. Qui sta la chiave di lettura perché si scopre che il nonno, il “fondatore” del “trani” (osterie di una volta che servivano vini al calice, anzi in tazza), era appassionato di disegno, di pittura, di arte. I nipoti a quanto pare riscoprono in soffitta dei bozzetti e li ripropongono sulle etichette delle attuali linee di produzione dei loro vini. L’arte moderna, più o meno contemporanea, non conosce vie di mezzo: o piace o non viene capita. A noi rimane solo di commentare queste due pennellate di tempera, una dorata, l’altra azzurra. Due “sporcature” cromatiche nel mezzo di un design pulito ed essenziale, mettiamola così. E al limite, e per concludere, possiamo parlare del particolare carattere di scrittura del nome (in questo caso un numero) del vino, con le cifre intervallate da tre croci. Croce e delizia, si potrebbe dire.