Il Verdacchio Farà il Botto?

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Co’l Botto, Verdicchio e Verdacchio, 
Tenuta Montagnani.

La storia di questo vino è interessante per quanto riguarda i vitigni che lo compongono. E anche il nome offre l’occasione di qualche spunto. Federico Montagnani, titolare dell’azienda, ha le proprie vigne nei dintorni di San Gimignano, con una grande presenza della celebre e locale Vernaccia, logicamente. Negli anni si accorge di avere un piccolo appezzamento (ereditato dal nonno) con un vitigno che non conosce. La vite viene inizialmente identificata come Verdicchio, il vignaiolo ne pianta ancora per poter avere una maggiore quantità di raccolto ma poi scopre che il primo non è Verdicchio ma... Verdacchio (nome inventato sul luogo perché davvero non si riesce a capire bene di che uva si tratti). Insomma sempre, con la V ma diverso. Nasce questo vino, frizzante, con tappo a corona, costituito al 50/50 da Verdicchio e Verdacchio, e gli viene dato come nome “Co’l Botto”. Certo il botto non lo fa, perché il tappo a corona non è “coreografico” come quello di sughero, a fungo, che di solito tappa i vini spumantizzati. Ma diciamo che l’effervescenza un certo effetto lo genera, all’apertura della bottiglia. Espressione divertente, scherzosa, evocativa, “Co’l Botto”, umorismo toscano che evoca momenti di festa, di celebrazione, di giovialità. E questo fa bene al ricordo e alle vendite del vino. Veniamo all’etichetta: tutta nera, tranne una traccia bianca che simboleggia un calice. Al suo interno un cerchio con un’onda di vino. Il tutto risulta ordinato, attenzionale ma anche non completamente interpretabile. In generale però abbiamo una elevata performance in termini di comunicazione. L’originalità si manifesta anche nel design industriale della bottiglia di forma insolita, più tozza del solito. Tipo fiasca di rum.