Elivià e Alené, Pinot Grigio e Pinot Nero, Lefiole.
La recente storia di questi due vini è uguale a molte, di quelle che si apprendono nel mondo della viticoltura. Un nonno che coltivava la vite e che vendeva i grappoli (conferiva, è il termine esatto) alla cantina sociale. L’esigua produzione di vino era limitata al consumo famigliare. Poi, le nuove generazioni, in questo caso sotto le vesti di Elisa e Silvia, le “nipotine”, decidono di “mettere a frutto” non soltanto la vite ma anche la passione e la conoscenza secolare degli avi con l’obiettivo di produrre in proprio. Ed ecco qui che, per ora, vengono proposti al mercato due vini: un Pinot Grigio e un Pinot Nero. Bello e fluente il sito internet dell’azienda: semplice, simpatico, diretto. Il nome dato all’azienda è “Lefiole”, tutto attaccato, che nel dialetto locale significa affettuosamente “le figlie”. I nomi dei due vini sono una fusione dei nomi delle due ragazze, Elisa e Silvia, e dei loro genitori, Angela ed Enzo. A dire il vero il primo è facile da intercettare: ELIsa e silVIA, mentre per il secondo bisogna fare qualche acrobazia da cruciverba, ma insomma, ci fidiamo. Il packaging va di pari passo con il design moderno e “filante” del sito web citato prima. Sorprendenti (non proprio in positivo) i due colori scelti: un giallino acido e un viola algido. Su fondo nero campeggiano in grande evidenza i nomi dei vini. Sotto di essi un panorama collinare molto sintetico (in tutti i sensi) trasmette sensazioni meccaniche, quasi atomiche. Certo che nel panorama commerciale dell’Oltrepò Pavese questo “stile” rappresenta obiettivamente una novità.