Smembar, Sangiovese Superiore, Maria Galassi.
Alcuni vini della gamma prodotta da Maria Galassi fanno riferimento al termine “smèmbar”. Parola difficile da intercettare, come dizione dialettale, per chi non è romagnolo. Ebbene gli “smèmbar” sono i poveracci, gli straccioni, i popolani. Il tutto nasce da un lunario scaturito (prima edizione nel 1865!) dal tipico sentimento popolare romagnolo, anarchico, alle prese con la dura quotidianità. Il famoso “Lunèri di smémbar” (Lunario dei poveracci), che si compone di due parti: una dedicata alle vignette satiriche su qualche avvenimento politico, l’altra parte invece contiene una infinità di bazzecole tra le quali le indicazioni sulle feste religiose, le date delle processioni e delle messe, i santi romagnoli, le eclissi e le fasi lunari ad uso degli agricoltori, siano essi di vigna o di campo.
La relazione con il vino va trovata nel fatto che da tempo immemore si presume una certa influenza della luna A carico delle fasi di varie attività rurali, come i travasi delle botti o le semine più importanti. Curioso il nome (e il suo “racconto popolare”), curiosa l’illustrazione in etichetta: un satiro in atteggiamento amoroso con una baccante. Un packaging quindi regionale, gigionesco, anacronistico, ma in grado di attirare l’attenzione con il “fattore curiosità”. Certo non si tratta di marketing strutturato che per certi vini non servirebbe nemmeno.
La relazione con il vino va trovata nel fatto che da tempo immemore si presume una certa influenza della luna A carico delle fasi di varie attività rurali, come i travasi delle botti o le semine più importanti. Curioso il nome (e il suo “racconto popolare”), curiosa l’illustrazione in etichetta: un satiro in atteggiamento amoroso con una baccante. Un packaging quindi regionale, gigionesco, anacronistico, ma in grado di attirare l’attenzione con il “fattore curiosità”. Certo non si tratta di marketing strutturato che per certi vini non servirebbe nemmeno.