Un Fiano che Parla di Genova, Salerno e Buenos Aires

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Cumalè, Fiano Cilento, Casebianche.

Il nome di questo vino, al nord (in Piemonte ma anche in altre regioni d’Italia) richiama un’espressione dialettale che corrisponde più o meno a “Come va?”. Ovvero il “Cumalè” sarebbe un “Come è?” in senso generale. Ma nel particolare, cioè per questo vino, il “Cumalè” è dialetto genovese. E per la precisione è una parola tratta dal testo di una canzone di Fabrizio De Andrè: Dolcenera, che molti conoscono. I produttori, Pasquale Mitrano e Betty Iuorio, e il loro vino, sono del Cilento, subregione della Campania, ma amano a tal punto l’opera musicale del cantautore genovese che hanno voluto omaggiarne la memoria chiamando questo Fiano con una parola delle note prose da lui composte. E gli “omaggi” no finiscono qui. Nel design dell’etichetta, molto pulito, chiaro, elementare nei tratti definiti e facilmente percepibili, hanno voluto inserire un riferimento al fumettista Hugo  Pratt, creatore del personaggio Corto Maltese. Infatti l’altra stranezza di questa etichetta è quella doppia luna gialla che si vede in alto a sinistra.  Si tratta di una citazione dedicata a quella Buenos Aires di “Tango”, storia speciale del disegnatore e del suo noto personaggio, dove, in un cielo scuro, l’astro d’argento “raddoppia” unendosi alla magia di altri misteri tenebrosi. Un’etichetta, quindi, che non ha nulla a che fare con il vino che contiene, se vogliamo, ma che riesce a farsi notare per eleganza grafica e, se raccontata, può evidenziare due storie interessanti. Certo, così facendo, si potrebbe proprio dire che “vale tutto”. Noi concludiamo dicendo che la personalità, la creatività, dei viticoltori si può esprimere, oltre che nelle qualità intrinseche del vino, anche in questi modi.