Sisma, Terre Siciliane Igt, Monterosso.
Questo vino si chiama proprio così, “Sisma”. Si tratta di un Nerello Mascalese in purezza del produttore Monterosso (in etichetta indicato come Mt. Rosso, invece nel dominio del sito, in WordPress, risulta Monterosso Wine). L’etichetta è sicuramente originale, insolita, attenzionale. Nei colori e nella proposta grafica. Ma vediamo cosa scrivono in proposito i titolari dell’azienda vinicola (tre giovani amici): “I colori utilizzati per le etichette rappresentano il vulcano Etna: il Nero della pietra lavica, il Rosso della lava ed il Bianco della neve. Ogni etichetta si presenta con un’impostazione tecnica e con la funzione di trasmettere nozioni ed emozioni sul territorio che ospita la viticoltura estrema dell’Etna Doc”. Nero, rosso e bianco, tre colori molto “ottici”, da manuale.
Vediamo invece, ed è l’aspetto che ci interessa di più, cosa scrivono riguardo il nome del vino: “L’epicentro di un terremoto immaginario al centro del complesso vulcanico dell’Etna, suggerisce le coordinate geografiche (latitudine e longitudine) dei crateri sommitali del vul cano attivo più alto d’Europa. Nel 2013 l’Unesco ha nominato l’Etna “Patrimonio Mondiale dell’Umanità”, definendolo uno dei vulcani “più emblematici e attivi del mondo”. E meno male che il terremoto è immaginario, aggiungiamo noi. Certo che citare il sisma in una zona sismica è davvero coraggioso, dal punto di vista scaramantico. Consideriamo pure che siamo in una regione, la Sicilia, che a queste cose, per tradizione, presta molta attenzione. Ora, immaginiamo di portare a casa di qualche amico o parente questo vino, dove la parola “Sisma” campeggia a tutta grandezza e quindi a tavola sarebbe protagonista. Se siamo ospiti di gente del sud, dove il terremoto è una minaccia costante, forse qualche considerazione in merito salterebbe fuori. In Danimarca invece no, sismicità zero. Forse questo vino è destinato più che altro all’estero, dove i vulcani sono vissuti come qualcosa di cinematografico.
Vediamo invece, ed è l’aspetto che ci interessa di più, cosa scrivono riguardo il nome del vino: “L’epicentro di un terremoto immaginario al centro del complesso vulcanico dell’Etna, suggerisce le coordinate geografiche (latitudine e longitudine) dei crateri sommitali del vul cano attivo più alto d’Europa. Nel 2013 l’Unesco ha nominato l’Etna “Patrimonio Mondiale dell’Umanità”, definendolo uno dei vulcani “più emblematici e attivi del mondo”. E meno male che il terremoto è immaginario, aggiungiamo noi. Certo che citare il sisma in una zona sismica è davvero coraggioso, dal punto di vista scaramantico. Consideriamo pure che siamo in una regione, la Sicilia, che a queste cose, per tradizione, presta molta attenzione. Ora, immaginiamo di portare a casa di qualche amico o parente questo vino, dove la parola “Sisma” campeggia a tutta grandezza e quindi a tavola sarebbe protagonista. Se siamo ospiti di gente del sud, dove il terremoto è una minaccia costante, forse qualche considerazione in merito salterebbe fuori. In Danimarca invece no, sismicità zero. Forse questo vino è destinato più che altro all’estero, dove i vulcani sono vissuti come qualcosa di cinematografico.