Vesevo, Greco di Tufo, Farnese Vini.
Interessante questa etichetta del Gruppo Farnese Vini: ci fornisce l’occasione di parlare delle origini del nome del Vesuvio, il noto vulcano vicino a Napoli che i partenopei chiamano rispettosamente “la Montagna”. Come si può immaginare il nome di questo Greco di Tufo, “Vesevo”, richiama le origini semantiche del vulcano. Ci viene in aiuto Wikipedia con una approfondita analisi etimologica: “Il nome Vesuvio (in latino classico Vesuvius, attestato anche come Vesevius, Vesvius, Vesbius, Vesuvinus, Vesaevus) è presumibilmente d'origine indoeuropea (da una base aues, "illuminare" o eus, "bruciare"). Secondo altri il nome deriverebbe da Vesbio capitano dei Pelasgi che dominò quel territorio. Esistono tuttavia alcune etimologie popolari: dato che nell'antichità si riteneva che il Vesuvio fosse consacrato all'eroe semidio Ercole e la città di Ercolano, alla sua base, prendeva da questi il nome, si credeva che anche il vulcano, seppur indirettamente traesse origine dal nome dell'eroe greco. Ercole infatti era il figlio che il dio Giove aveva avuto da Alcmena, regina di Tebe. Uno degli epiteti di Giove era Ὕης, Hýēs, cioè "colui che fa piovere". Così Ercole sarebbe diventato Ὑήσου υἱός, Hyḗsou hyiós, cioè il "figlio di Hýēs", da cui sarebbe derivato il latino Vesuvius”. Il nostro interesse per questa etichetta non finisce qui, cioè non si conclude con l’analisi del naming. Ci riferiamo quindi alla cartotecnica particolare che, in assonanza con il nome, presenta una doppia “V” (quella piccola al centro “segnata” dal profilo del Vesuvio in arancione) che in termini tecnici si direbbe fustellata (la superficie della carta è “incisa”). Una dovizia del packaging che incuriosisce e impreziosisce.