Una Fontanella che Sprizza Vino

Branding marketing winelabels
Fontanella, Sangiovese e Merlot, Goretti.

Innanzitutto il solito problema: il marchio. Di questa cantina umbra si possono trovare ben 4 “definizioni”: Tenuta Goretti (nei testi del sito), Cantine Coretti (nell’headline del dominio), Vini Goretti (è di fatto il nome del dominio web) e infine Goretti sulle etichette dei vini. Sicuramente non è stato fatto un ragionamento unitario. Almeno fino ad ora. Passiamo alle etichette della linea “base” dell’azienda. Un rosso, un rosato e un bianco che, con cromìe diverse, presentano la medesima idea grafica in etichetta. Idea che stilisticamente non è male: una goccia formatasi in un “rivolo” dell’etichetta (un taglio, in alto, nella cartotecnica) cade in verticale a formare delle onde concentriche alla base. Forse il problema sta nel nome: “Fontanella” ove una simile accezione viene usata, generalmente, per l’acqua. 
Etichette packaging
In pratica il nome del vino e la grafica del packaging riconducono mentalmente all’acqua, a una fonte stillante. Ma il prodotto che contiene la bottiglia è indubbiamente vino. Si genera in questo modo un cortocircuito percettivo e mnemonico. Del resto l’etichetta è semplice (in questo caso si tratta di una caratteristica positiva), chiara, lineare, pulita. Contiene, come detto sopra, un’idea ben veicolata in modo originale, creativo. Salvo un piccolo appunto che riguarda la forzosa “separazione” visiva (coinvolge quindi la leggibilità) del nome del vino in “Fonta” e “nella”, divisione sia pure indotta dall’idea della goccia che cade. Manca coordinamento, sinergia concettuale, pensiero unico, nella gestione del tutto. Una globalità che sempre, per ogni settore e prodotto, sarebbe delegata a “chiudere il cerchio”.