Il simbolo di questa azienda vinicola situata in Campania, a Trecase, nel Parco Nazionale del Vesuvio, è un occhio (che lacrima). Almeno così sembra osservando la maggior parte delle etichette della gamma. Alcune infatti differiscono solo per il colore di fondo, presentando sempre in primo piano “l’occhio di Dio” (o più probabilmente l’occhio del vulcano). Nel caso mostrato qui a sinistra, “Munazei” (ci sono anche un Rosso e un Rosato oltre al Bianco) è il nome di antiche costruzioni ritrovate alle falde del Vesuvio. Per la cronaca e per il design, la lacrima in questione (che è anche il nome della Doc) va verso l’alto, quasi un apostrofo, a siglare una nota positiva e non un pianto disperato.
Troviamo altri tre nomi insoliti e belli nella linea di Casa Setaro: “Terramatta” (Aglianico), “Pietrafumante” (Caprettone, come per il Munazei Bianco, vitigno autoctono di quella zona) e “Fuocoallegro” (Piedirosso). Tornando alla forte iconografica delle etichette del “Munazei”, quello che possiamo dire è che si esprimono certamente in modo artistico (nello stile, nel trattamento), abbastanza insolito, risultando molto attenzionale, alla “prova scaffale”. Forse l’equivoco tra un occhio divino e la bocca del vulcano è voluto, tutto sommato parliamo di due entità ugualmente sovrannaturali. E si sa che il rispetto delle genti dei vulcani nei confronti dei medesimi è grande, dovuto, e in un certo senso scaramantico. Anche le altre etichette di questo produttore sono molto forti come immagine: colori di base, figure stagliate nettamente al centro del packaging. Si percepisce uno stile di comunicazione univoco e a suo modo efficace.
Troviamo altri tre nomi insoliti e belli nella linea di Casa Setaro: “Terramatta” (Aglianico), “Pietrafumante” (Caprettone, come per il Munazei Bianco, vitigno autoctono di quella zona) e “Fuocoallegro” (Piedirosso). Tornando alla forte iconografica delle etichette del “Munazei”, quello che possiamo dire è che si esprimono certamente in modo artistico (nello stile, nel trattamento), abbastanza insolito, risultando molto attenzionale, alla “prova scaffale”. Forse l’equivoco tra un occhio divino e la bocca del vulcano è voluto, tutto sommato parliamo di due entità ugualmente sovrannaturali. E si sa che il rispetto delle genti dei vulcani nei confronti dei medesimi è grande, dovuto, e in un certo senso scaramantico. Anche le altre etichette di questo produttore sono molto forti come immagine: colori di base, figure stagliate nettamente al centro del packaging. Si percepisce uno stile di comunicazione univoco e a suo modo efficace.