Lusenta, Erbaluce di Caluso, Marco Rossa.
La storia del nome di questo vino è variegata e comunque attinente a certi riti pagani che si svolgevano molti secoli orsono nella zona di Ivrea e più precisamente a Borgomasino, nel basso Canavese. Conducendo alcune ricerche si scopre che “Lusenta” nel dialetto locale vorrebbe dire “bosco di luce” (da “lucus” in latino). Scopriamo anche che il vigneto che produce l’uva per questo vino è “immerso nel bosco”, proprio in quel bosco antico che è una costante, nei racconti legati a Lusenta. Sembra che secondo tradizioni celtiche si possa anche parlare, come traduzione, di Bosco Sacro. Insomma, un po’ di mistero c’è. E non guasta. In questo bosco misterioso, proseguendo con le ricerche, è stata scoperta la Pera Cunca, che non è un frutto, bensì, sempre dal dialetto locale, una pietra concava. Una specie di altare sacrificale scavato in una grossa pietra alluvionale. Ad onta di tutta queste storie antiche siamo di fronte a una etichetta moderna: a parte il carattere in stile celtico del nome del vino, la grafica che lo circonda è molto dinamica, fluida, moderna. Le sfere dorate a sinistra del nome sembrano degli asteroidi. E anche la forma ellittica della cartotecnica (dell’etichetta stessa) è molto “spaziale”, futuribile e anche futurista. In buona sostanza un esperimento ben riuscito.