Il Nome dei Non-Nomi

Dysnomia, Pergolone e Moscatello Selvatico, Pistis Sophia.

Se partiamo dai nomi dei vitigni troviamo già qualcosa di insolito: il Pergolone e il Moscatello Selvatico. Un approccio creativo, nella scelta di autoctoni davvero sconosciuti da parte di questo piccolo produttore di Ortona in provincia di Chieti. Il vino in questione si chiama “Dysnomia” e secondo Wiktionary (versione in inglese): “Anomic aphasia (also known as dysnomia, nominal aphasia, and amnesic aphasia) is a mild, fluent type of aphasia where individuals have word retrieval failures and cannot express the words they want to say (particularly nouns and verbs)”. Insomma si tratta di una anomalia mnemonica che impedisce ai soggetti che ne sono affetti di ricordarsi, di ritrovare nei meandri della mente, quindi di menzionare le cose con il loro nome. Diciamo allora che chiamare un vino con un nome che riguarda l’incapacità di nominare le cose è un corto-circuito semantico non da poco. E non da tutti. Procedendo nell’analisi dell’etichetta è necessario fare riferimento al nome dell’azienda (in alto, sotto a un marchio che propone una crasi grafica tra una “P” e una “S”): “Pistis Sophia”. Ecco la spiegazione del produttore: “Pistis Sophia è un libro, per la precisione un vangelo, che ha influenze mistico-filosofiche, scritto in lingua copta, evoluzione dell’ egiziano antico. Abbiamo scelto questo nome per due motivazioni principali, la prima è il significato delle parole greche Pistis e Sophia ovvero Fede e Conoscenza, due concetti alla base del nostro modo di lavorare; la seconda deriva dalla parte finale di questo vangelo in cui Gesù incontra Pistis Sophia. A livello intellettuale, Pistis Sophia è una figura che rappresenta la fase della creazione, all’interno della quale l’anima umana, caduta nel caos della materia, trova l’opportunità per risalire e tornare al Dio ineffabile. Il contenuto del Pistis Sophia altro non è che la rappresentazione della vicenda umana: dalla creazione alla salvezza, passando per la caduta”. Criptico? Salvifico? Concettuale? Filosofico, certo. E ora concludiamo con l’analisi del logo (la “P” e la “S”): “Il nostro logo prende forma dalla cosiddetta “sezione aurea”, rappresentata dalla lettera greca Phi (Φ); conosciuta anche come “divina proporzione”, è la sintesi matematica dei concetti di bellezza ed armonia. Così intendiamo i nostri vini, un equilibrio di gusto tra gli elementi della nostra amata terra e la meraviglia che sprigionano ad ogni sorso”. I nomi degli altri vini di questa azienda “pescano” nel greco antico, tipo: Parthéna, Didymoi, Karkinos, Pàgos, Ichthyes, sempre più difficile… (c’è un vino che si chiama C9H9No3-B (non è uno scherzo, esiste davvero). Grazie a Sara Missaglia per questa straordinaria scoperta! Ci scusiamo per la scarsa qualità delle immagini, ma sono le uniche che siamo riusciti a reperire: evidentemente le teorie “naturali” dell’azienda comprendono anche la divulgazione di materiale grezzo anche per quanto riguarda la comunicazione.