Rosato, Gutgallé.
Questo produttore tedesco decide di attribuire un nome in italiano ad alcuni vini della propria gamma. Tra questi troviamo il “Rosato”. Nome semplicissimo, definizione di prodotto, più che nome vero e proprio. Richiama direttamente la tipologia e soprattutto all’estero richiama italianità. I vitigni che lo compongono non vengono dichiarati nel sito internet del produttore, probabilmente si tratta di un blend. Interessante la grafica che, sia pure collocando le lettere del nome in verticale (ne consegue una difficoltà di lettura), utilizza la “O” finale come simbolo/gioco/logos. L’effetto è molto impattante, quindi genera molta attenzione verso l’etichetta. Quel cerchio grande attira l’occhio sul nome. L’espediente può funzionare. Il packaging è molto semplice. Nome color rosa su fondo bianco. Sulla sinistra però leggiamo delle parole così traducibili: “un rosé come un giorno d’estate… selvatico, stimolante e speziato, proprio come piace a me…”. Il tutto seguito dalla firma autografa del vignaiolo. Si tratta di un’etichetta che possiamo definire moderna. Fuori da certi schemi che tutt’oggi vengono utilizzati nelle regioni vinicole tedesche. Tutt’altro che classica, quindi, e di conseguenza la possiamo definire coraggiosa. Si rivolge evidentemente a un target giovane, alle nuove generazioni del vino.