Asylia, Greco Bianco, Librandi.
Prima di parlare del nome di questo vino, è necessario rivolgere l’attenzione al nome della Doc, Melissa (che riguarda un disciplinare che ha esordito nel 1979). Ebbene, si tratta del paese dove originano le vigne di questo produttore, in provincia di Crotone, ma anche del nome di una pianta perenne aromatica che si usa per la preparazione di infusi dissetanti e calmanti. E soprattutto il nome Melissa deriva dal greco e significa “paese delle api e del miele” (mèlissa, con l’accento sulla “e”, in greco antico, è proprio il ronzante e produttivo insetto). Tutta la zona di appartenenza di questo noto produttore calabrese, che ha sede sulla costa ionica, si rivolge verso l’arcipelago greco, e quindi è sempre stata soggetta alla cultura ellenica: ancora oggi se ne ritrovano le tracce, nel dialetto e nelle usanze. Anche il nome di questo vino bianco, da vitigno 100% Greco Bianco, deve essere ricondotto alla cultura e alla mitologia greca. “Asylia” infatti è il privilegio che veniva concesso a persone o luoghi specifici, laddove vigeva una protezione assoluta. Oggi traslato nel “diritto di asilo”. E anche l’asilo dei bimbi. Un luogo benedetto e protetto, quindi, un po’ come la zona, alle spalle di Cirò Marina, dove le viti che originano questo vino trovano una condizione pedoclimatica ideale per riuscire a ottenere, in equilibrio, forza e finezza. La bottiglia si distingue da lontano per questo tono azzurro cielo sul quale trionfa il nome del vino in inchiostro dorato. A dire il vero con un carattere di scrittura poco leggibile. L’etichetta manifesta comunque una certa originalità ed eleganza, ed è buon segno.