Peco, Pecorino, Cantina Tollo.
La diffusione di questo vitigno si deve certamente al suo nome, “Pecorino”, che lo assimila a un noto prodotto toscano o sardo, sia pure in tutt’altra merceologia, quella dei formaggi. Questo Pecorino, quindi, diventa vino e la Cantina Tollo, grande realtà abruzzese, lo presenta con una insolita cromìa arancione scuro, in grado di attirare lo sguardo sullo scaffale. La particolarità dell’etichetta si esprime anche attraverso un lettering ricercato che isola le prime 4 lettere del nome del vitigno, “Peco”, facendole diventare il nome del vino. Quanto meno funziona a livello di decoro, visto che l’inchiostro utilizzato è bronzeo. Vi è la necessità (si è sentita, evidentemente) di esplicitare (in bianco) il nome del vitigno vero è proprio. L’effetto non guasta. L’etichetta risulta molto moderna, accattivante, funzionale, lineare, sia pure con una certa originalità. Non comprendiamo fino in fondo la necessità di ripetere (in sostanza per la terza volta) la parola “Pecorino” in sede di definizione della Doc Terre di Chieti. Certo, la legge lo richiede, ma la presenza della scritta più grande, appena sopra, poteva ritenersi esaustiva. Marchio minimale alla base, con il nome della cantina. Nel complesso una bella operazione di comunicazione, e anche di marketing, che spinge questo vitigno obiettivamente non eccelso, a livelli di percezione valoriali e con un ottimo price positioning.