Vigna Fracia, Nebbiolo, Nino Negri (G.I.V.).
Nel progetto di rinnovo delle etichette della nota cantina valtellinese Nino Negri (di proprietà e sotto l’egida del Gruppo Italiano Vini) rientra anche il vino prodotto con le uve dell’avito vigneto Fracia. Il nome del vino (della vigna, in sostanza) non è propriamente musicale, la fonetica non è il suo forte, ma è breve e soprattutto è un nome legato alla storia di quelle terre. La sottozona, Valgella, non è certo tra le più note e prestigiose, come Sassella o Grumello, ma l’esposizione della vigna è ottima e l’uva ringrazia. Veniamo alla grafica, chiamiamolo packaging insomma, visto che il marketing del Gruppo Italiano Vini è presente e ben operativo in questo caso. Stile arcaico, in generale. Non strizza l’occhio alle nuove generazioni. Soprattutto a causa di quella torre in alto e al cartiglio sottostante, con la dicitura “Fondata nel 1897”: l’elaborato è decisamente d’antan. Idem per il carattere di scrittura della parola “Fracia”. L’impaginato è centrato e ordinato, sullo sfondo, a tutta etichetta, troviamo una trama delle curve altimetriche dei vigneti (non topografiche, bensì imitative). Quasi non si notano, in bianco, su sfondo grigio-azzurro tenue. L’unica creatività del packaging è data da alcune “riserve” (si dice così nel linguaggio da tipografia) che evidenziano i segmenti della trama in modo diversamente tras-lucido. Ma per poterlo vedere serve una luce di traverso, nella foto frontale in pratica è impossibile. Il risultato generale è un po’ timido in termini attenzionali, non ha slancio. La tradizione in Valtellina ha ancora il suo peso, nelle decisioni in vigna e in cantina (per fortuna) e spesso anche per quanto riguarda la comunicazione.