Dragone Lambic, Aglianico (e birra), Cantillon (e Cantina Giardino).
Innanzitutto è necessario precisare che si tratta di un “vino-birra” o meglio ancora di una “birra-vino”. Infatti la base di questo prodotto è il Lambic, ovvero una specie di birra acida fermentata con lieviti indigeni, insomma qualcosa di molto selvaggio, al naso e al gusto. L’esperimento consiste nell’aggiungere del mosto di vinacce di Aglianico. Diciamo subito che a noi, più che il prodotto in sé, interessa la sua etichetta. Contornato da una cornice di fattezze art-decò, un tenebroso dragone (o Drogone) assiso su una botte, si gode la bevanda con espressione concupiscente. Il disegno è ben realizzato, nei minimi particolari, e contribuisce non poco a definire l’area di “consumo”. A metà tra un’etichetta arcaica di vino e una da birra storica, trasmette comunque velleità da taverna e da notti mefistofeliche a base di alcol, qualunque esso sia. Il nome del vino (pardon, del vino-birra) è curioso e memorabile con quella “o” che muta il dragone in qualcosa di stupefacente (Drogone è anche il nome di condottieri e monaci medievali, a dire il vero, ma a noi piace interpretarlo come uno stimolo a pervenire a (benèfici) stati alterati di coscienza).