Infatata, Malvasia delle Lipari, Caravaglio.
L’immagine principale di questa etichetta potrebbe ingannare. Quello che l’occhio vede e il cervello percepisce, in prima ed immediata visione, è un alberello di Natale (per di più realizzato con inchiostro dorato, a conferma della sensazione). Subito dopo, osservando l’insieme e apprendendo che si tratta di una vitivinicola di Salina (come la scritta in basso conferma) possiamo sospettare che il triangolo dorato possa essere la vera di una barca. C’è un altro elemento che potrebbe essere inserito nel concetto che ha portato a generare questo packaging: la vigna da dove provengono le uve di Malvasia (delle Lipari) che compongono questo vino, si chiama “Tricoli” ed ha forma triangolare. Passiamo al nome del vino: “Infatata”. Bello, favolistico, magico, sognante. Non sappiamo se, in dialetto locale si possa assimilare questa parola a “infatuata”, in italiano, immaginando una donna ammaliata dalla luna o dal riverbero del mare. Magari riferito non necessariamente a una persona ma alla vigna, appunto, o a all’uva, oppure anche a una notte magica di fine estate. In generale l’etichetta attira l’attenzione e risulta abbastanza originale. Promossa.