Ghjlà, Vermentino di Gallura, Vigne Cappato.
La storia di questo vino e di questa azienda è simile a molte altre: un professionista, architetto milanese, Giovanni Cappato, decide di cambiare vita, diventa enologo, acquista delle vigne in Sardegna e inizia a produrre vino. Si integra a tal punto nella cultura e nell’ambiente isolano che attribuisce due nomi derivati dal dialetto ai due vini per ora in gamma: il Nibe (che significa neve) un Vermentino frizzante e il Ghjlà, del quale documentiamo l’etichetta in questo post, che significa gelo. Al di là della difficoltà di lettura e di pronuncia di questo “Ghjlà”, vediamo il suo significato (che sono almeno tre): gelo, come abbiamo detto, quindi un richiamo alla prima vendemmia di queste uve, caratterizzata, nel 2017, da una gelata che ha compromesso non solo il raccolto ma anche la vitalità di molti dei tralci in vigna, e infine il fatto che questo vino viene prodotto con una “catena del freddo” che prevede la raccolta notturna, la conservazione in cassette in ambiente refrigerato per alcune ore e la seguente criomacerazione in acciaio per 36 ore. Il gelo c’è tutto, nel processo di lavorazione e anche nella memoria storica dell’azienda. La grafica dell’etichetta è molto particolare: caratteri grandi, in evidenza il nome del vino e quello della Docg, Vermentino di Gallura, giusto puntualizzare, su un fondo a tinta uniforme di colore giallo caldo. Cromatismi insoliti che caratterizzano il packaging e lo rendono molto visibile e memorizzabile.