Doroverde, Verdicchio, Tombolini.
L’azienda, che produce da generazioni il Verdicchio dei Castelli di Jesi, ha sede a Staffolo e in questa bottiglia ha deciso di rimarcarlo in modo originale. Nella parte centrale dell’etichetta, infatti, vediamo, in rilievo, la mappa vista dell’alto del paese stesso, con una iscrizione che riporta a una fortificazione che circonda il nucleo centrale di case: “Torrione Albornoz Staffolo”. La carta scelta per questo packaging è di pregio, e anche le parti non in rilievo regalano alla vista una texture valorizzante. Bella l’impaginazione che richiama uno stile antico ma attualizzato. Elegante la scelta del verde per alcune diciture nella parte bassa. Prezioso il carattere di scrittura del nome del vino, che per la cronaca è “Doroverde”. Un nome che allude alla vegetazione delle meravigliose colline marchigiane, impreziosito da una “doratura” che dona preziosità e sensazioni di eleganza. Con un certo orgoglio, giustamente, sopra al nome dell’azienda, oggi portata avanti dai figli di Fulvia Tombolini, leggiamo “Casa fondata nel 1921”. Non si tratta di una data sorprendente, nel mondo del vino, in Italia, ci sono aziende molto più antiche, ma tanto basta a sottolineare che c’è una bella storia di famiglia che si è tramandata da nonno a nipoti e così via.