Chiarofiore, Chiassobuio, Cantomoro, Tunia.
La "storia" dei 3 nomi dei vini di questa Azienda Vinicola di Arezzo è emblematica di come si possa "condurre" (o verificare) una ricerca nome. Il produttore racconta che dopo aver trovato il nome aziendale (Tunia, nome in latino di una divinità etrusca) la necessità di dare un nome ai singoli vini venne risolta da tre episodi. Il primo: la casualità di aver visto scritto su una botte, in cantina, Fiore e Chiaro (nomi tecnici per distinguere il vino fiore e il vino chiaro travasato) fece nascere Chiarofiore dedicato logicamente a un vino bianco (Trebbiano e Vermentino). Secondo: la vicinanza di un fiume chiamato Chiassobuio fece decidere per questo nome per il vino rosso a base Sangiovese. E infine il terzo, creazione-derivazione dagli altri due, ma di invenzione: Cantomoro (Cabernet). Quindi abbiamo una casualità (capita spesso), un elemento territoriale (nomi di fiumi, di vigne, di boschi, di frazioni, etc.) e infine il frutto di una elucubrazione creativa. Tre nomi originali e per questo interessanti. Tecnicamente il loro "difetto" è che non sono molto memorabili, essendo tutti composti da due parole nonché inizianti tutti con la "C": per questo possono generare qualche confusione.
Insomma pur essendo semanticamente molto differenti, sono foneticamente e iconograficamente molto simili. Graficamente anche le due etichette chiare sono molto simili tra loro (qui a destra), e questo è un errore. Quella scura invece si staglia e si differenzia nel modo giusto, pur dichiarando appartenenza alla gamma.