Moscato d'Asti, Bera.
Fortunatamente non capita tutti i giorni di vedere delle etichette così. Anche se in Italia la qualità media delle soluzioni grafiche non è certo eccelsa, qui siamo di fronte a un caso limite. Eppure si tratta di una grande e rinomata azienda. Che per il proprio prodotto "bandiera", il Moscato d'Asti, esce sugli scaffali con qualcosa che si potrebbe tranquillamente definire "all'avanguardia dell'arretratezza". Il logo aziendale che giganteggia al centro sembra realizzato con uno di quei programmi di grafica primordiali, degli inizi anni '80, con la scritta di traverso: davvero imbarazzante. L'impaginazione dei testi è "elementare", con tutte le righe centrate e compresse variando le grandezze a discapito della leggibilità. Il tutto incasellato in una etichetta bianca, anonima, banalmente rettangolare... un'etichetta che potremmo definire "democristiana", sperando di non offendere per questo nessuno. Il packaging, insomma, è su un altro pianeta.