Il triangolo no. Recitava una famosa canzone italiana. E invece il triangolo sì, dice il buon senso estetico e commerciale. Perché di triangoli se ne vedono pochi, sugli scaffali. Forse in giro per i mondo tra cartelli stradali e pulsioni ancestrali ce ne sono di più, ma nelle enoteche il triangolo non è certo inflazionato. Trionfano invece forme sferoidali e rettangoli regolari. E allora chi decide di utilizzare l'acume del triangolo rischia di farsi notare. Che è sempre e comunque l'obbiettivo primario. La forma appuntita si distingue anche per il contrasto che genera con la rotondità della bottiglia: insomma "fa gioco". In questo caso il triangolo-etichetta è molto essenziale, ma cromaticamente ben progettato, atto insomma ad attirare l'attenzione. Inserito nella grafica appare il logo dell'azienda, un restyling di un tipico stemma araldico che raffigura un leone, anch'esso ben sintetizzato per un utilizzo estetico senza fronzoli e antichismi.