Didyme, Malvasia, Tasca d'Almerita.
Dal mare di azzurro cielo di questa etichetta emerge subito il nome del vino: Didyme, certo non comune. Il vitigno che origina il prodotto viene coltivato a Salina nel piccolo arcipelago delle Isole Eolie. Il nome del vitigno ha origini antiche e certamente greche: infatti "Malvasia" viene dalla città di Monenbasia nel Peloponneso. E anche il nome del vino, Didyme, proviene dal Greco Antico: "didymos" significa gemello, e l'isola di Salina presenta alla vista due vulcani principali gemelli, ecco il motivo di questo nome arcaico. Tasca d'Almerita, noto produttore siciliano, sceglie quindi la strada "colta" di un nome di origini elleniche, quasi a sottolineare la "nobiltà", ancora di più, la storicità, del vitigno e quindi del vino. Passando al design dell'etichetta, il cui colore, criticabile per un vino ma certo differenziante, è forse stato influenzato dal cielo sempre terso di Salina o dal suo mare, possiamo notare alcuni problemi di leggibilità, causatei dall'inchiostro argentato del lettering (il nome principale si legge ottimamente, alcune altre parole meno) e anche dal carattere di scrittura sottile e graziato della specifica IGT del disciplinare (la dicitura Indicazione Geografica Tipica pecca anche di una eccessiva spaziatura tra la parole "Indicazione" e "Geografica"). Nel complesso un'etichetta elegante, classica, valoriale, che si proponde ad un pubblico erudito.