Dicono che anche la Glera, vitigno con il quale si produce il Prosecco, sia giunta nelle regioni nord-orientali attraverso le conquiste degli Antichi Romani. E non si è trattato solo di vitigni ma anche di numeri e sistemi di misurazione. Ed ecco quindi che il nome prescelto per questo Prosecco viene espresso in numeri romani: DIVICI, sarebbe a dire 604. In pratica la D vale 500, la V vale 5 e la C vale 100. Un "gioco" letteral-numerologico (non tanto logico, visto che il numero a quanto pare non ha attinenze e la parola "divici" non significa nulla di particolare). Nel sito (americanizzato) del produttore si legge: "DIVICI was costructed from Roman numerals to create a memorable name of classical harmony". Qualche dubbio permane sulla memorabilità di questa "formula". Del resto il design dell'etichetta è molto elegante, molto italiano, molto "Giorgio Armani": essenziale, pulito, prezioso, austero ma non stantìo. Originali i rilievi sul vetro che riproducono le colonne classiche dell'architettura romanica. Gli americani, comunque, apprezzano.