Sciurio, Sangiovese-Canaiolo-Merlot, Cantine Zanchi.
Non conosciamo il significato di questo nome, "Sciurio": nel sito del produttore non si fa menzione di origini dialettali ("scuro"?) o altro. E' comunque possibile fare una analisi di leggibilità e di pronunciabilità (fonetica). Insomma qui siamo a zero. Già risulta molto difficile pronunciare "Sciurio" per un italiano, immaginamo all'estero. Cosa può spingere dunque una azienda a chiamare così un vino? Le ragioni della comprensibilità e della memorabilità vanno oltre a quelle delle origini, del dialetto o del territorio. Qualunque esse siano. Il vino in questione, tra l'altro, è uno dei top di gamma, barricato, quindi destinato certamente anche a un mercato estero, o come minimo nazionale e non limitato alla regione di nascita (l'Umbria). Si tratta quindi di "nominare" con lungimiranza, pensando ai possibili acquirenti. A dir poco "curiosi" anche gli altri nomi dei vini di questa azienda: Pizzale, Flavo, Areia, Floresio, tanto per citarne alcuni. La ricerca dell'originalità o la difesa della "familiarità" a volte rischiano di generare risultati non ottimali, soprattutto in comunicazione.