Friulano, Azienda Agricola Grillo.
Facciamo delle ipotesi: in un paese (l'Italia) dove il leader di una delle fazioni politiche si chiama Grillo e dove esiste un vitigno autoctono (Sicilia) che si chiama allo stesso modo, se un'azienda si trova ad avere lo stesso nome (cognome) cosa fa? Nel nostro caso decide di dare evidenza in etichetta a tale nome, Grillo. Dal punto di vista formale nulla da dire. Ma da quello della comunicazione ci sono delle considerazioni da fare. Opinabili ma circostanziate.
Analizzando l'offerta dell'Azienda Vinicola Grillo si vede che tutta la gamma è contraddistinta dal nome Grillo in grande evidenza. Questo, oltre a poter fomentare discussioni politiche a tavola (che chiaramente, è un finto problema), potrebbe generare confusione nell'acquirente sulla composizione del vino, in quanto, come abbiamo detto all'inizio, il Grillo è un vitigno. D'accordo che viene coltivato soprattutto in Sicilia, quindi molto lontano dalla sede friulana dell'azienda in esame, ma in ogni caso questo quid-pro-quo potrebbe nuocere. Un'altra situazione negativa potrebbe essere quella relativa alla ricerca di informazioni on-line: se un possibile cliente cerca "Grillo" o "vini Grillo", ad esempio, su Google, il risultato è, per il 90% delle risposte, relativo appunto al vitigno Grillo e alle aziende vinicole siciliane che lo producono (se non al politico ex-comico). Fuorviando in molti casi l'attenzione dall'Azienda Grillo (quella friulana). In un mondo dove non solo il passaparola, ma anche e soprattutto il "cercaparola" governa la domanda e l'offerta, queste sono considerazioni di cui tenere conto nella creazione di naming e packaging per una etichetta di un vino.