Loup Garou, Vermentino, Stefano Legnani.
L'arte della musica ha forti legami con l'arte del vino. Forse ancora poco sfruttati, dai produttori, per le etichette e la comunicazione in generale. Esempi se ne trovano, certo. Raramente con il livello di approfondimento e di cultura musicale di questo Vermentino, segnalato dalla brillante sommelier Monica Bianciardi, che nelle proprie analisi non si limita al contenuto del vino ma considera tutti gli aspetti, compreso quello evocativo che parla dell'anima del vino, alle anime dei bevitori. Ed ecco quindi che una azienda sul confine tra Liguria e Toscana decide di rendere omaggio a un eclettico artista americano (di origini basche e irlandesi) da veri intenditori: Willy De Ville (a volte scritto Willy DeVille a volte con l'appellativo Mink DeVille). Per interderci: è l'autore del brano "Demasiado Corazòn", scelta e nota per essere la sigla della trasmissione televisiva Zelig. Nel caso dell'etichetta in questione l'omaggio è per il brano, meno conosciuto, "Loup Garou", cioè Lupo Mannaro in francese (Willy DeVille ha vissuto e performato a New Orleans, enclave musicale e culturale con riflessi semantici e romantici francesi).
Nel design in etichetta, che si fa notare per una iconografia schietta, un calice di vino stilizzato "accoglie" dentro di sé una luna piena che sta tramontando (o forse sorgendo) sull'orizzonte del mare. Un'atmofera magica e misteriosa che distingueva anche le canzoni e le esibizioni del cantante qui celebrato. Certo non si tratta di una classica operazione di marketing, ma l'originalità qui è fine a se stessa, in senso positivo. Siamo di fronte a un vino raro (solo 4000 bottiglie) e a una passione fuori dagli schemi commerciali del vino di massa.