L'oca guardiana che dorme beata, Pallagrello Bianco, Aia delle monache.
Cosa dire? A parte il fatto che il concetto di "oca guardiana" è molto bello (Oche del Campidoglio, annessi e connessi). Ma qui siamo di fronte a un cambio di marcia totale. Forse si tratta di un cambio automatico rivoluzionario. Evolutivi i nomi, stravolgenti i colori, intelligente il concept che tratta di vedere attraverso una rete (ritratta graficamente sulle etichette) le scene di vita campestri nei pressi dell'azienda vitivinicola in questione. Abbiamo preso come esempio il nome di questo Pallagrello Bianco che si chiama proprio così: "L'oca guardiana che dorme beata". Un racconto, una poesia, una storia in 5 parole. Certo non è un nome propriamente detto, si tratta di una frase, ma tanto basta, e avanza, per generare attenzione e simpatia. Ci piace anche citare il rational dell'agenzia di packaging che ha creato le etichette: "Aia delle Monache è un’azienda vitivinicola della provincia di Caserta. Nell’aia, aldilà della rete, si intravedono scene di vita quotidiana, brevi racconti che disegnano momenti e solleticano l’immaginazione. C’è l’oca, il gallo, c’è la cura e la soddisfazione con cui Radegonda porta avanti il lavoro della terra e ne raccoglie i frutti. Questo progetto di identità visiva ha la pretesa di rompere i classici schemi di comunicazione del prodotto vino, di attirare curiosità e attenzione verso una realtà che muove così i suoi primi passi". Non resta molto da dire se non segnalare gli altri nomi della gamma: "Il gallo di fretta canta all'alba lontana" (vitigno autoctono Casavecchia) e "L'ombra calma della quercia" (Pallagrello Nero). E cosa dire del nome del'azienda? Aia delle Monache, c'è tutto un mondo anche in queste tre parole.