Betty Rosay, Gamay,
Domaine de l'Octavin.
Domaine de l'Octavin.
La fantasia di questo produttore (è una donna, che si chiama Alice) è illimitata per quanto riguarda le etichette dei propri vini e a quanto pare anche per la varietà dei blend e delle tipologie che ad ogni annata si inventa, coltivando vitigni come Chardonnay, Savagnin, Poulsard, Trousseau, Pinot Noir, Gamay e altri ancora. Siamo nello Jura e la coltivazione è strettamente biodinamica. Dove lo "strettamente" indica, al contrario del proprio significato, una libertà d'azione molto anarchica. Vini non per tutti, a livello di gusto. Ma a quanto pare molto divertimento nel produrli e nel degustarli. Tra le svarionate etichette di questa piccola azienda (solo 5 ettari coltivati) ci ha colpito (la mente e gli occhi) quella tutta rossa, che si può vedere qui a sinistra, relativa a un Gamay che si chiama "Betty Rosay". Il colore del vino infatti è tra il rosato e l'aranciato. Ma è la figura in etichetta che colpisce di più: una specie di Betty Boop con la testa... da nano! Almeno questo ci sentiamo di interpretare. Betty Boop, come riporta Wikipedia "È la tipica flapper cioè la ragazza alla moda del periodo jazz, irriverente e maliziosamente mascolina. Porta il taglio di capelli più alla moda del periodo, corti e frangiati, indossa un vestitino succinto che lascia scoperte le spalle e la giarrettiera, e pare più che consapevole del suo sex appeal, oltre a essere fornita di una buona dose di auto-ironia". Ma è altresì probabile che il tutto si ispiri a tale Betty Rose, artista del Burlesque che si propone con abiti teatrali della prima metà dell'ottocento. Mescolando Betty Rose con Gamay, quello che esce sarebbe "Betty Rosay". In ogni caso si può parlare certamente di una auto-ironia burlesca che a quanto pare pervade la creatività nel fare sia il vino che le etichette. Con un buona parte di auto-divertimento.