Allegro, Uve Bianche Selezionate, Valpanera.
Cosa desiderare di più? Soprattutto vicino alle Feste. Un vino che in etichetta afferma di essere ideale e anche allegro, un vino “...da aperitivo ma anche da tutto pasto”. Evviva. Analizzando il packaging emerge che “Ideale” è il nome di sotto-linea, mentre “Allegro” è il nome del vino (nella medesima gamma troviamo infatti l’Ideale Rosato (Refosco dal Peduncolo Rosso). Anche dal punto di vista visivo la comunicazione è generosa: nell’ordine abbiamo dei pavoni di romanica fattura (dai meravigliosi mosaici della Basilica di Santa Maria Assunta in Aquileia), quindi il disegno al tratto di un casale con una vigna antistante, infine lo stralcio di una matrice nera (a scoprire l’immagine) dentro alla quale troviamo tutte le scritte necessarie, compreso il nome della linea-ombrello, Ca’ del Borgo (no, Ca’ del Bosco è da un’altra parte, qui siamo in provincia di Udine). C’è tutto insomma. Inteso come gli elementi che servono a comunicare il prodotto. Ma c’è qualcosa che non convince. Una sensazione di scollamento. Forse gli elementi non sono ben amalgamati. Sono, come si dice nel linguaggio gergale, “una scarpa e una ciabatta”. A volte gli ingredienti della torta sono quelli giusti ma il dosaggio o le modalità di preparazione della ricetta non collimano. Nel packaging non vale la regola matematica che recita più o meno così: “invertendo l’ordine degli fattori il risultato non cambia”. Nel design cambia eccome.