Puragioia, Nero di Troia, Antica Enotria.
Si sa che la gioia è virulenta. Anche più di un Covid di quelli cattivi. Il vino stesso è “materiale” contagioso, soprattutto in convivialità. Il nome che il produttore ha destinato a questo rosso è “Puragioia”, suona bene, dice molto. Formulato così, con le due parole unite, diventa neologismo, mantenendo il suo significato portante. Il nome è accompagnato da una immagine, moderna, come un dipinto di arte contemporanea, che evidenzia una sagoma di corpo femminile in una postura da danza e comunque nell’atto di manifestare felicità, liberazione, profusione, fors’anche emancipazione. Cosa dice di questo prodotto, da vitigno Nero di Troia (altrimenti detto Uva di Troia), l’azienda titolare? “Puragioia. Il nuovo vino biologico di Antica Enotria è un inno alla vita. Il 2019 è un anno importante per la nostra azienda, 12 mesi segnati da un evento che ci ha visti tutti coinvolti: la nascita di un nuovo vino, una nostra nuova versione di Nero di Troia. Questa nuova bottiglia ha per noi un nome particolare ed è dedicata ad una persona molto speciale, Valentina. Compagna nella vita e nel lavoro, ci ha insegnato a guardare la vita con entusiasmo, a vivere con gioia, sempre. Puragioia Nero di Troia IGT Puglia nasce da questa riflessione: vuole essere un vino che trasmette gioia a chi lo beve, che ha l’ambizione di far star bene”. L’ambizione di “far stare bene” è davvero una bella promessa. Che va oltre il contenuto alcolico inebriante, notoriamente elevato per i vini rossi pugliesi ed entra un una dimensione anche salutare, di vino biologico, naturale, genuino, non artefatto. L’etichetta è semplice, pochi elementi ben distribuiti, e trasmette serenità, affidabilità, passione, spontaneità. Il colore magenta dominante (quel rosso-fucsia che caratterizza l’illustrazione nel packaging) contribuisce a dare una sferzata di attenzione e di stimolo ottico-psicologico. Fare design per il vino non è una attività da prendere alla leggera.