Pino, Blend di Pinot, Geschickt.
Questo vino si chiama “Pino”. La rima non è voluta, anzi è una stranezza perché a fronte di un nome in italiano il produttore è francese. Se francesi si possono considerare gli alsaziani (loro sono più contenti se li definiamo tedeschi: il cognome del produttore è eloquente). Siamo dunque di fronte ad una etichetta particolare, anche nella grafica, come si può vedere. Il modo di scrivere il nome, il suo colore, la disposizione degli elementi: davvero poco classica, davvero molto “antagonista”. Ma perché chiamare un vino “Pino”? La risposta sta nella composizione dell’uvaggio: Pinot Auxerrois, Pinot Blanc, Pinot Noir e Pinot Gris. Più “Pinot” di così non si poteva. Tutti insieme. Si sa che le uve Pinot in genere, prendono questo nome per la conformazione del grappolo, a forma di pigna. Tornando al nome di questo vino e a come viene presentato in etichetta notiamo che la “i” di Pino può essere anche una “t” svelando, in un certo modo, l’arcano. Certo che l’etichetta risulta molto diversa da quelle in uso in quella zona vinicola. E anche il coraggio di chi l’ha pensata e adottata è encomiabile.