La Perfezione dell’Imperfezione

Imperfetto, Cabernet Sauvignon, Imperiale.

Nulla è perfetto o almeno niente dovrebbe esserlo, a voler guardare a certe filosofie orientali che molto hanno da insegnare in Occidente. Diciamo subito che il vino in questione costa attorno ai 50 Euro (a bottiglia, non a “cartone”) e questo, forse, è il primo segnale di “imperfezione” (del tutto soggettivo, logico). Il nome del vino, “Imperfetto” viene concettualmente confermato da una delle più strane etichette in commercio, in quanto incollata storta. Quindi non tanto per la grafica che si presenta molto normale, classicheggiante, senza guizzi se non, appunto nel nome, a denunciare una imperfezione (negative approach, si chiama, in comunicazione). Quindi abbiamo un’etichetta storta, asimmetrica, diagonale, tangenziale, anomala, sincopata. Anche il rettangolo in alto (unica concessione a una forma illustrativa), contenente il profilo di una donna, molto fashion, è posto in modo disassato. Per il resto, scritte centrate e ordinate. Se vogliamo cercare un’altra imperfezione la troviamo nel fatto che, come spesso accade nelle aziende vinicole, ci sono molti nomi ai quali fare riferimento: il dominio del sito è “Imperiale Bolgheri”, il nome ufficiale dell’azienda sembra essere “Imperiale”, ma si trova spesso, anche sulle etichette, il nome del titolare, Matteo Frollani. Sarebbe molto meglio prendere una direzione unica e definitiva. Della presunta ed eventuale imperfezione del vino (cioè a cosa sia legato il nome in questione, oltre alla “stortatura” della cartotecnica) non vi è traccia nel racconto che troviamo nel web del produttore. Troviamo però una cosa curiosa nello shop on-line: un merchandising a marchio aziendale che propone T-shirt e occhiali da sole: il mondo è bello perché vario (e con idee sempre nuove).