TEN, Arneis e altri vitigni, Massimo Rattalino.
Strana etichetta questa, per un produttore di Barbaresco (quindi soprattutto Nebbiolo), che si diletta anche con un bianco, blend di Arneis, Sauvignon e Riesling. Fa parte della linea aziendale “Tradizione”, caratterizzata da nomi che sono numeri: 42 il Barbaresco, 34 il Barolo, 27 il Nebbiolo d’Alba, etc etc, fino ad arrivare al 333 per il Barolo Chinato. Forse una passione per il gioco del lotto. Sulle etichette, per la cronaca, i numeri sono scritti in parole. Ma veniamo a questo “TEN”, anch’esso un numero in parole, sia pure in inglese. Lo stile dell’etichetta si presenta subito come innovativo, stiloso, “moderno”, ma la sensazione è che questo design potrebbe andare bene per un dopobarba più che per un vino. Ma non ci lasciamo scoraggiare, qualcosa di buono c’è. Ad esempio il fondo scuro, eleganza, formalità, stile. E quel modo di scrivere il nome del vino con delle aste grafiche a comporre la parola. Certo molto asettico, affilato, distaccato, assoluto e assolutista. Viene lasciato molto poco all’emozione: prevale una linearità molto fredda. Forse più di altri i vini piemontesi sentono il bisogno di una rivalsa, per distaccarsi da quel mondo sabaudo che si portano dietro da generazioni.